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Cicerchiata marchigiana: e non chiamateli struffoli

Di: 8 commenti 8 Difficoltà: facile
cicerchiata marchigiana

Da marchigiana vi dico, non chiamateli struffoli, ma in fin dei conti la cicerchiata marchigiana e gli struffoli napoletani, si somigliano molto; sono quasi la stessa cosa se si escludono i canditi e le codette o gli zuccherini colorati (una cosa che io ho sempre detestato, perchè le trovo kitchabbestia!), che nella cicerchiata marchigiana mancano. Nelle marche si usa mettere scorzetta di arancia per aromatizzare il miele e volendo si aggiungono mandorle (io ce le metto ad esempio).

A differenza degli struffoli, che sono un piatto napoletano che si fa durante le festività natalizie, la cicerchiata invece è un dolce che si fa nel periodo di Carnevale, ed ecco perchè la posto ora.
C'è chi sostiene che la cicerchiata sia un dolce tipicamente marchigiano, chi invece sostiene che sia originario dell?umbria e che si sia poi diffuso nelle regioni confinanti.

Quale che sia la verità, questo dolce si usa farlo nelle Marche, in Umbria, in Abruzzo e anche in Molise. Il dolce si compone di palline di pasta all'uovo, poco zuccherata e con l'aggiunta di una noce di burro, che vanno fritte nell'olio e poi passate nel miele caldo; le palline vanno poi aggregate con le mani bagnate a formare una ciambella.

- Ingredienti -

(per 16 porzioni)

  • 500g di farina 00 debole per dolci
  • 3 uova
  • 1 cucchiaio di zucchero
  • 1 noce di burro
  • 1/2 bicchiere (riferimento bicchiere plastica) di liquore all'anice (vanno bene il Varnelli, l'Anisetta Meletti o il Mistrà. Eviterei la Sambuca perchè troppo dolce.)
  • 1 pizzico di sale
  • 250g di miele di acacia o millefiori
  • 1 cucchiaio di zucchero
  • 1/2 cucchiaino da the di lievito chimico per dolci (facoltativo)
  • scorza grattugiata di 1 arancia (e volendo anche di un limone)
  • 1-2 cucchiai di rum fantasia per dolci (una mia aggiunta)
  • 80g di mandorle con la pellicina
  • olio di arachidi per friggere
per 2 ciambelle da circa 22-24cm

- Procedimento -

in una terrina, versate la farina insieme alle uova, lo zucchero, il lievito, un pizzico di sale e il liquore all’anice; mescolate sommariamente; quando il composto sarà un po’ amalgamato, trasferitelo sul piano di lavoro e impastate fino ad ottenere un composto omogeneo e liscio.

Formate una palla con l’impasto e copritelo con della pellicola per alimenti. Lasciate riposare 30 minuti. In questo modo il glutine si rilasserà e sarà semplice lavorare l’impasto.

Trascorsi i 30 minuti, tagliate una fetta di impasto e ricoprite l’impasto rimanente con la pellicola. Con la fetta di impasto, formate dei cordoni di circa 1/2 cm di diametro, poi con un raschietto, un coltello o un tarocco, tagliate il cordone a dadini di 5mm di larghezza.

Prima di finire tutto l’impasto, riempite una padella larga con olio alto circa 6cm.

 

Frittura dei dadini

Quando l’olio sarà a temperatura (180°), cominciate a tuffare i dadini di impasto e cuoceteli per qualche minuto fino a che comincerete a vederli un po’ più coloriti; non devono scurirsi, ma solo colorarsi un po’. Scolate i dadini, che nel frattempo saranno diventate all’incirca delle palline e adagiatele su carta assorbente.

Proseguite finché avrete fritto tutti i dadini.

 

Una volta terminato di friggere, tagliate grossolanamente le mandorle. Versate il miele e il cucchiaio di zucchero in una padella molto ampia (dovrà contenere poi tutte le palline di cicerchiata); aggiungete la buccia grattugiata di arancia ed eventualmente quella di limone. Unite anche le mandorle. Scaldate il tutto su fuoco medio e quando il miele sarà ben caldo unite il rum (se lo volete mettere); fate sfumare e poi aggiungete le palline di cicerchiata.

Mescolate bene e spesso, rivoltando le palline di cicerchiata dal basso all’alto in modo che il miele ricopra tutte le palline uniformemente; cuocete fino a quando il miele sarà stato tutto assorbito e non ne vedrete sul fondo e le palline cominceranno a rimanere appiccicose.

 

Composizione della cicerchiata marchigiana

Oliate un vassoio grande oppure due da circa 24cm e versateci le palline; inumiditevi le mani con acqua fredda e compattate le palline formando una ciambella. Se necessario bagnatevi ancora le mai fino a che avrete terminato di formare il dolce.

 

cicerchiata di Carnevale

- Suggerimenti -

Volendo potete unire allo sciroppo di miele del cacao amaro per una versione un po' diversa e più cioccolatosa

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Cicerchiata marchigiana: e non chiamateli struffoli
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8 commenti

8 commenti sul post:
“Cicerchiata marchigiana: e non chiamateli struffoli”

  • stefano arturi ha detto:

    vedo che prosegue la cucina leggera 🙂 + a me piacciono molto (alla versione kitch con i confettini colorati preferisco però una versione un po’ meno esuberante con mini perline argentate o dorate), soprattutto se si usa un buon miele tipo castagno o arancio
    ….qui la buonissima anisetta Meletti non si trova, mi chiedo se il Pernod possa funzionare, che me lo ricordo meno dolce del Sambuca, altrimenti con cosa sostituire? Io in questi casi me la sbologno spesso usando il Martini ultra secco (qui poi magari dovrei aggiungere semi di finocchio o caraway seeds, tritati, nell’impasto?… o anche no??)

    Le Marche: sai che se esiste un posto in Italia dove vorrei veramente vivere sono appunto le Marche + Paul (mio compagno) ci ha lasciato il cuore (noi molte vacanze giù nelle marche e anche vagheggiato comprare qualche cosa, poi guardi i costi di ristrutturazione e ci pensi non due, ma trentadue volte) + Ascoli bellissima (certo viverci poi non saprei…)

    + fammi capire: mi sembra di aver capito: sei bolognese-marchigiana con marito calabrese? un mix che farebbe molto “cucina jocca” effettivamente (e qui si spiegherebbe tutto quel sifonare panne, infornare lievitati ecc….). cià. s

    1. Martina ha detto:

      Ciao Stefano…Comincio dalla fine. Io sono marchigiana, nata ad Ancona e vissuta a Jesi. Sono venuta a studiare a Bologna all’università e ci sono rimasta (sono qui ormai da 21 anni) e mi ci sono pure sposata. Mio marito è bolognese, ma di madre Calabrese. In realtà non è che la mia cucina sia grassa modello sud, anzi…Nella cucina di tutti i giorni uso solo olio e mai burro e cucino molto con le verdure, però ho una passione per i lievitati e quindi li faccio spesso. Per il resto mi piace molto sperimentare un po’ di tutto e in quel caso se è qualcosa di particolarmente calorico o meno non mi importa e non mi piace neanche sostituire ingredienti qua e là per creare versioni light.

      Venendo alla ricetta. Non ho mai assaggiato il Pernod, ma in generale va bene qualsiasi liquore al sapore di anice…La Sambuca la vedo poco adatta perchè è molto dolce e forte eccessivamente aromatica. Non so se lì da te si trovi, ma qui si trova anche il liquore all’anice per dolci: te la cavi anche con una spesa più bassa; eviterei invece intrugli con polvere di anice o similari. Al limite potresti invece sostituire il liquore all’anice con del rum per dolci (rum fantasia) o magari con della grappa.

      Quanto alle Marche, secondo me è una gran bella regione dove vivere. C’è il mare bello (zona Conero), una campagna che secondo me è una delle campagne più belle d’Italia (la campagna senese per dire è spettacolare, ma più perfettina e leccata, sembra quasi un quadro, mentre quella marchigiana è più rustica, più mossa e genuina) e volendo c’è anche la montagna. I marchigiani sono particolari, un po’ rusticoni e burberi fuori, ma teneroni dentro…modello profiteroles insomma, dolci ma con le palle. Approvo dunque il sogno del tuo compagno. 🙂

      1. Francesca ha detto:

        Che belli!!!!
        Mi avete fatto ridere.
        Tornando al dunque. .la cicerchiata non ha pari tra i dolci di carnevale. .lunga da fare. ..ma da fare!!!
        La mia mamma ci metteva un giorno intero. .. (marchigiana doc) …al miele aggiungeva qualche cucchiaio di cacao. ..poi mandorle arancio e limone in scorze.

        Da fare assolutamente! !!

        1. Martina ha detto:

          Esatto, infatti esiste anche la versione al cacao, ma io la preferisco senza! Comunque no, un giorno intero non ci vuole…La rottura è tagliare i cordoncini, ma fatto quello tutto sommato si fa prestino

  • Patrizia ha detto:

    Questa ricetta è meravigliosa, ma forse sono un pochino noiosa perché non faccio che ripetere le stesse cose e cioè che le tue ricette sono sempre un successo.ciao patrizia.

    1. Martina ha detto:

      No no, tu continua pure…Fa bene al mio ego…Hihihi..:Scherzo…:)

  • Rita ha detto:

    Ciao Martina, io sono abruzzese, anche se vivo in Umbria da tanto tempo. La cicerchiata fa parte dei ricordi della mia infanzia – la faceva mia madre. Ora si trova dappertutto, ma il sapore è diverso. Io non mi sono mai cimentata, anche se la tua ricetta fa proprio venire voglia. Grazie!

    1. Martina ha detto:

      Cia Rita, prova a farla in casa!1! Vedrai che buona!!!

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