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Eat Prato e 10 cose da fare assolutamente se decidi di visitare Prato

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EatPrato

Tra il 17 e il 19 giugno si è svolta a Prato la manifestazione EatPrato, una kermesse promossa dall' Amministrazione comunale in collaborazione con Associazione Strada dei Vini di Carmignano e dei Sapori Tipici Pratesi, per celebrare le tipicità enogastronomiche pratesi, dal vino di Carmignano, alla mortadella, al pane.

A questa manifestazione, in quanto foodblogger, sono stata invitata ed è stata una di quelle esperienze che ti accendono le emozioni, perchè hai l'opportunità di conoscere altre blogger che conosci solo virtualmente, perchè hai il piacere di visitare una città che non conosci e di visitarla con gli occhi di chi la città la conosce e vuole mostrarti i suoi lati migliori.
E allora ho creato un piccolo vademecum delel cose da non perdere per chi volesse visitare questa splendida cittadina toscana. Ecco i miei 10 consigli su cosa non devi assolutamente perderti

1. andare alla pasticceria di Luca Mannori, in via Alessandro Lazzerini, 2, per assaggiare la SetteVeli, una torta di quelle che ti lasciano il segno, composta da più strati tra cui un disco di cioccolato e cereali, tre strati di voluttuosa bavarese, una al cioccolato, una alla nocciola e una bianca, ricoperta di una lucente e seducente glassa a specchio anche questa al cioccolato. Una goduria per il palato. Con questa torta Luca Mannori ha vinto la coppa del mondo di pasticceria nel 1997. E scusate se è poco.

Pasticceria Mannori: Eatprato

Mannori e la setteveli

 

2. assaggiare i biscotti di Prato, cantucci tipici di questa zona che a differenza della versione fiorentina, sono realizzati senza burro; ma non assaggiateli in un posto qualunque! Mangiateli al biscottificio Antonio Mattei in Via Bettino Ricasoli, 20. Questo biscottificio ha più di 150 anni di storia sulle spalle. Antonio Mattei, fornaio e pasticcere pratese, nel 1858 apriva questo biscottificio; nonostante le sue umili origini, Mattei ebbe un ruolo nella nascita della gastronomia italiana. Fu amico del pellegrino Artusi al quale insegnò la ricetta della torta mantovana, una soffice torta ricoperta da una granella di mandorle, la cui ricetta era stata donata a Mattei da due monache pellegrine come ringraziamento per averle ospitate. Non perdete quindi i biscotti di Prato nella versione classica con le mandorle e nella versione con le gocce di cioccolato, ma neanche la mantovana.

biscottificio Antonio Mattei: EtaPrato

biscottificio Antonio Mattei

Biscotti di Prato in lavorazione

biscottificio Antonio Mattei: EatPrato

 

3. un’altra tappa da non perdere per nessuna ragione è quella alla pasticceria Sacchetti per assaggiare le mitiche pesche di Prato; un dolcetto composto da piccole brioche inzuppate in una bagna a base di sciroppo di alchermes, poi unite a due a due con della crema pasticcera e poi rotolate velocemente nello zucchero semolato.

le pesche di Prato di Paolo Sacchetti

le pesche di Prato di Paolo Sacchetti: EatPrato

 

4. una visita al Museo del tessuto; il museo è allestito all’interno di una ex fabbrica tessile: il museo espone un’antica caldaia, quasi interamente occupata dal generatore di energia di vapore che, prima che fosse ancora introdotta l’energia elettrica, azionava e alimentava i macchinari tessili della cimatoria Campolmi. Inoltre si possono ammirare telai d’epoca, macchine per la cardatura e abiti che attraversano diverse epoche.

Attualmente e fino al 19 febbraio 2017 il museo ospita una mostra dal titolo ” Tra Arte e Moda”, che espone una serie di foulard stampati che vennero realizzati da artisti come Edmondo Bacci, Giuseppe Capogrossi, Franco Gentilini e che riproducevano e reinterpretavano, le proprie opere su tela, stampandole sulla seta, mostrando la loro voglia di ingaggiare nuove sfide e di sperimentare tecniche e linguaggi nuovi.

museo del tessile

museo del tessuto

Museo del Tessuto: EatPrato

Museo del Tessuto

 

5. assaggiare la bozza pratese, il pane tipico di Prato; rigorosamente quello contrassegnato dal bollino che ne certifica l’appartenenza all’associazione GranPrato. L’associazione è nata nel 2011 con lo scopo di mantenere una filiera corta e a km 0 (o km buono come preferiscono definirlo, sottolineando che il fatto che un prodotto sia a km 0 non ne garantisce anche la qualità, quindi il km 0 deve essere un km buono) e promuove l’utilizzo di lievito madre e lievitazione naturale. Dell’associazione fanno parte agricoltori, mugnai (molino Bardazzi) e panettieri. Il pane realizzato con farine dell’associazione è contraddistinto da un bollino che lo certifica.

la bozza pratese

la bozza pratese e altri pani dell’associazione GranPrato

la bozza pratese e Marco Bardazzi: EatPrato

la bozza pratese e Marco Bardazzi

6. visita alla villa medicea di Artimino, nota anche come villa dei 100 camini; la villa si trova dirimpetto al paese di Artimino, frazione di Carmignano e fu costruita tra il 1596 e il 1600.

La villa ospita, nella stanza della cucina un grande camino con un girarrosto costruito su progetto di Leonardo da Vinci, la cui velocità di rotazione, grazie a un sistema di contrappesi, era determinata dal peso dell’animale che veniva cucinato, in modo tale che andasse più lento per gli animali più grandi e pesanti e più veloce per quelli leggeri garantendo quindi in tutti i casi una cottura ottimale. All’interno inoltre è contenuta una collezione di vini antichi e delle botti grandissime da 1600l l’una.

Artimino: EatPrato

Artimino

Villa medicea di Artimino

Villa medicea di Artimino

7. fermarsi a mangiare a pranzo al ristorante Decanter, in piazza santa Maria delle carceri; assaggiare assolutamente il cappelletto dello chef in crema di parmigiano 24 mesi; sono dei cappelletti ripieni di una mousse di mortadella pratese; coem secondo la pancia di manzo cotta  a bassa temperatura, con croccante di Tarese del Valdarno Presidio Slowfood

Ristorante Decanter

Ristorante Decanter Prato

8. assaggiare la mortadella pratese, che si differenzia da quella bolognese per gli aromi con cui viene preparata. La mortadella pratese infatti contiene Alchermes, chiodi di garofano e cannella

 

9. pucciare i cantucci di prato in un bicchiere di Vin Santo Occhio di Pernice, realizzato con uva rossa Sangiovese

 

10. visitare il Museo dell’Opera del Duomo; contiene splendidi affreschi di Filippo Lippi, nonché la reliquia della cintura della Madonna

 

Un grazie a:

Chiara Brandi

EatPrato

 

 e alle blogger presenti:

Elisabetta – Tiziana – Stefania – Teresa – Fabiola – Sandra – Tamara e le altre che trovate qui

 

 

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