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Torcolo di San Costanzo

Di: 19 commenti 19 Difficoltà: facile
torcolo di san costanzo

Questa è una ricetta tradizionale Umbra. Il torcolo (termine con cui si indicano i dolci fatti a ciambella) è stato creato in onore del santo patrono di Perugia, condannato alla decapitazione. E' un dolce semplice e costituito da ingredienti poveri. L'impasto infatti veniva fatto con la pasta del pane.

- Ingredienti -

(per 25 porzioni)

  • 700g di farina 00
  • 335g di acqua tiepida
  • 3g di lievito di birra secco
  • 170g di zucchero (ma io la prossima volta ne metterò 200g perché per me non è abbastanza dolce)
  • 85g di olio di oliva
  • 85g di burro
  • 170g di uvetta
  • 170g di cedro candito (io ho messo l'arancia candita)
  • 2 cucchiai di semi di anice
  • 100g di pinoli
  • buccia grattata di mezzo limone
  • 1 pizzico di sale
  • 1 tuorlo d'uovo per spennellare la superficie

- Procedimento -

sciogliere il lievito di birra nell’acqua tiepida con un cucchiaino di zucchero.
Versare la farina nell’impastatrice, versarci sopra l’acqua con il lievito sciolto e impastare fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo. Porre l’impasto a lievitare in un posto caldo fino al raddoppio.

Una volta raddoppiato, aggiungere il burro, l’olio, i canditi a pezzettini, i pinoli, l’uvetta e lo zucchero e il pizzico di sale. Impastare bene e poi dargli una forma di ciambella….

NOTA BENE: con questa dose è meglio se fate due ciambelle; io era la prima volta che lo facevo; ne ho fatta una sola ed è venuto fuori un opossum grosso come tutta la teglia!
Fate lievitare fino al raddoppio coprendo con della pellicola precedentemente oliata. Quando la ciambella sarà raddoppiata, fate 5 incisioni diagonali (che rappresentano le 5 porte di Perugia) sulla circonferenza del dolce. Sbattere il tuorlo con un cucchiaio di acqua e spennellare la superficie del torcolo di San Costanzo.

 

Cottura del Torcolo di San Costanzo:

Infornare in forno già caldo a 180° per 45 minuti.

torcolo di san costanzo

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Torcolo di San Costanzo
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19 commenti

19 commenti sul post:
“Torcolo di San Costanzo”

  • Francesca ha detto:

    Che meraviglia!!! Non avevo mai sentito parlare di lui!!!

  • Dana ha detto:

    I lievitati mi appassionano sempre!
    Non conoscevo questo dolce e la sua storia. Grazie!

  • Claudia ha detto:

    Non conoscevo questo dolce…ma sembra davvero goloso! Rustico e ricco…e poi adoro i lievitati, hanno sempre quell'impasto sofficioso e morbido..una vera squisitezza! ps: ho appena scoperto che abbiamo una amica in comune (dalila)! 😉

  • Ciao Martina! Che strano riytrovarsi il torcolo su un blog…Noi simao a Perugia per motivi di studio ormai da 6 anni e ogni anno per S. Costanzo le pasticcerie si riempiono di torcoli, lo offrono gratuitamente anche per strada (il Comune penso). Ma a te è piaciuto? Noi ne abbiamo mangiati un po' ma diciamo che non ci ha entusiasmate molto…sarà perchè è un dolce povero, come giustamente sottolinei, sarà per i canditi…booo…. baci 🙂

  • @Lauretta & Mary: vi dirò, lì per lì quando l'ho assaggiato non mi aveva entusiasmato, epr le stesse vostre ragioni, poi però riassaporandolo ho sentito quel retrogusto di semi di anice che mi ricorda le ciambelline di mosto che si fanno da me (io sono marchigiana)e l'ho apprezzato…per quesot ho voluto provare a riprodurlo…E' un dolce molto semplice, ma secondo me per colazione è ottimo….

  • Anonimo ha detto:

    anche io sono di origini marchigiane e ho tanto vissuto in umbria, ma il torcolo normale è simile …

    marco

  • ciao, piacere di conoscerti, è raro trovare un blog che posta ricette umbre,poi tu sei marchigiana complimenti, ci uniamo ai tuoi lettori.

    1. Ho un'amica perugina che me l'aveva fatto assaggiare e allora poi ho cercato la ricetta e l'ho riprodotto! Piacere di conoscervi!

  • Anonimo ha detto:

    L'ho fatto con il lievito madre. Fantasmagorico! Sono perugino e lo so ben giudicare. Solo, per comodità, ho utilizzato una tortiera con il buco in mezzo il che non esattamente da manuale (il torcolo in questione non va in tortiera, il tuo è fantastico!)

    1. Ah, con il lievito madre sarà venuto ancora più buono!! MI fa piacere avere il nullaosta di un perugino….Ma quello che hai fatto era con la mia ricetta?

    2. Carlo ha detto:

      Perdonami, ti leggo solo ora. La ricetta l'ho presa dal libro "Un secolo di cucina umbra", una specie di obbligo (oggi si direbbe "must") per le cuoche perugine. Dunque, la ricetta del libro è molto simile alla tua ma: 600 di farina invece di 700 (ma ricordo che quando lo faceva la mia mamma l'impasto veniva estremamente idratato, troppo, quindi penso che hai fatto bene a mettere 700 di farina), 170 di pinoli invece di 100 (i pinoli devono abbondare, secondo me, in questo torcolo) e 25 di ldb fresco (invece del secco) e non si parla di buccia di limone. Dal libro leggo che viene usata una tortiera, ma io non sono convinto. Tu non l'hai usata, vero? Hai messo in mezzo un bicchiere per il buco centrale? Però si spiattella un po'. Sarebbe interessante sapere come fare a farlo rialzare un po' (pieghe, ma come farle?? forse prima di dargli la forma a torcolo?). Per quanto riguarda i canditi, io per motivi pratici uso un misto, ma attenzione (in questo molti perugini sono rigidissimi): va usato solo il cedro, se no non è Costanzo! Dato che la farcia (canditi uvetta, anice e pinoli) nella ricetta è molto abbondante, io non l'ho aumentata per tenere conto della farina contenuta nel lievitino naturale (che annacqua il gusto di solito) e devo dire che il gusto è comunque molto soddisfacente. Tra poco è il 29 gennaio. Sotto a chi tocca!

    3. Ciao Carlo, grazie per le preziose indicazioni! Mi fa piacere comunques di aver azzeccato una ricetta ortodossa tra quelle in rete! Se lo rifaccio terrò presente i tuoi consigli!

    4. Ah, scusa, dimenticavo…Non ho usato un bicchiere per il buco centrale. Ho solo fatto una pagnotta e poi l'ho aperta al centro e l'ho allargata. Perchè stia più in forma si può provare a stendere l apasta con la punta delle dita a forma di rettangolo e poi ad arrotolarlo stretto e unire le estramità. IN questo modo forse rimane più panciuto

    5. Carlo ha detto:

      Se mi riesce, se riesco a fotografarlo bene, se ho tempo di scaricare le foto e se riesco a caricarle sul web (sembra una formula nidificata di Excel), le caricherò sul gruppo facebook del lievito madre o naturale e delle lievitazioni lunghe: https://www.facebook.com/groups/lievitomadre/?fref=ts

  • Lucia ha detto:

    Domanda, ma nella tua ricetta di uova nemmeno una?
    In quella di nonna ci sono le uova (due piccole) e lo strutto al posto di burro e olio.
    Un saluto e grazie 🙂

    Lucia

    P.S. Lo sto preparando secondo il tuo procedimento dato che quello di nonna veniva sempre poco lievito per i miei gusti, speriamo mantenga il profumo che avevano i suoi, ma con una consistenza migliore.

    1. No, nella ricetta che ho l'uovo non è previsto…Per sicurezza ho cercato su internet e ho visto che altri come me non l'hanno messo…Fammi sapere com'è venuto

    2. Lucia ha detto:

      La lievitazione era perfetta quasi incredibile direi!!! Peccato avessi solo 20 gr di semini di anice e non i 30 gr della ricetta di nonna e quindi il profumo era decisamente più tenue rispetto al solito.
      La prossima volta starò più attenta all'unico ingrediente che non avevo pesato prima di iniziare.
      Grazie ancora per il procedimento, fra me e i lievitati i rapporti sono tutto tranne che amichevoli e invece stavolta è andata bene.

      P.S. Ho fatto anche gli hamburger con la tua ricetta e sono davvero contenta dei risultati, con i fiocchi di patate restano morbidissimi. Grazie ancora.

    3. Beh, magari avrà avuto un sapore più delicato, ma mi fa piacere che sia riuscito bene!

  • Anonimo ha detto:

    L'uovo non va assolutamente messo nell'impasto (parola di perugina), va usato solo per lucidare la superficie. Per tenerlo in forma l'impasto va arrotolato e poi formato a ciambella, senza stampo. In ogni caso il torcolo di San Costanzo è abbastanza schiacciato. Il sapore dell'originale è appena dolce, leggermente di più di una brioche. Io lo sto preparando giusto adesso, per poterlo cuocere domani e mangiarlo fresco. Donatella

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